The display, built around the title To See To Hear and To Never Leave, is yet another confirmation, one that delves even deeper into the series of concerns and themes that have accompanied her since the beginning. […]
Eva has collected and continues to collect obsessions—some she feeds (and feeds from), obsessions she does not want to let go of, ones she actively seeks out and cares for. Whether these obsessions are tied to her personal history and identity, or derived from a lost or belatedly acquired memory, the common thread seems to be the passage of time and the documentation of her own self. Through a nearly fully embraced monomania, Eva is in constant search of a rhythm and of some sort of peace.From photography to photographic objects, from objet trouvé & vernacular archives to video or performance, the subject remains the same: the self > herself. And Eva embraces this, not hiding it—on the contrary, she reveals herself in multiple forms, or always in the same one.
She reveals herself because she wants to be seen, probably because she loves to watch, to observe in an almost painful way. […]
Michele Bressan, From curatorial text
Eva Chapkin is an interdisciplinary artist born in Chișinău, Moldova. She holds a bachelor’s degree in Film and Photography from the National University of Arts in Bucharest and is currently pursuing a master's degree in Photography and Society at the Royal Academy of Arts in The Hague.Eva's work explores themes of individuality, memory, and the tactile nature of existence, utilizing photography, mixed media, installations, and video art. In her practice she focuses on the concept of disappearance and the evolution of humans in relation to nature, emphasizing the progression of time, the nature of care, and self-documentation. Through a l performative lens, she examines mundane acts, often transforming them into moving images on a white wall. Her portfolio includes both local and international exhibitions. Notably, she participated in the local exhibition "Through Limits: A Stretch Through Edges" at Diptych Art Space, which investigated the tangibility of archives. Additionally, her work was featured in the international exhibition "GoingON" in Bielefeld, Germany, where she addressed the notion of home within a lost archive, focusing on the defocusing of figures within domestic spaces.
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L'esposizione, costruita intorno al titolo To See To Hear and To Never Leave, è l'ennesima conferma, che approfondisce ancora di più la serie di preoccupazioni e temi che l'hanno accompagnata fin dall'inizio. [...]
Eva ha collezionato e continua a collezionare ossessioni: alcune che alimenta (e di cui si nutre), ossessioni che non vuole lasciare andare, ossessioni che cerca attivamente e di cui si prende cura. Sia che queste ossessioni siano legate alla sua storia personale e alla sua identità, sia che derivino da una memoria perduta o tardivamente acquisita, il filo conduttore sembra essere lo scorrere del tempo e la documentazione di sé. Dalla fotografia agli oggetti fotografici, dagli objet trouvé e dagli archivi vernacolari al video o alla performance, il soggetto rimane lo stesso: l'io > se stessa. Ed Eva abbraccia tutto questo, non lo nasconde - al contrario, si rivela in molteplici forme, o sempre nella stessa. Si rivela perché vuole essere vista, probabilmente perché ama guardare, osservare in modo quasi doloroso. [...]
Michele Bressan, Dal testo curatoriale
Eva Chapkin è un'artista interdisciplinare nata a Chișinău, in Moldavia. Ha conseguito una laurea in Cinema e Fotografia presso l'Università Nazionale delle Arti di Bucarest e attualmente sta conseguendo un master in Fotografia e Società presso la Royal Academy of Arts dell'Aia. Il lavoro di Eva esplora i temi dell'individualità, della memoria e della natura tattile dell'esistenza, utilizzando la fotografia, i media misti, le installazioni e la videoarte. Nella sua pratica si concentra sul concetto di scomparsa e sull'evoluzione degli esseri umani in relazione alla natura, sottolineando la progressione del tempo, la natura della cura e l'autodocumentazione. Attraverso una lente performativa, esamina atti banali, spesso trasformandoli in immagini in movimento su una parete bianca. Il suo portfolio comprende mostre locali e internazionali. In particolare, ha partecipato alla mostra locale "Through Limits: A Stretch Through Edges" al Diptych Art Space, che ha indagato la tangibilità degli archivi. Inoltre, il suo lavoro è stato esposto nella mostra internazionale "GoingON" a Bielefeld, in Germania, dove ha affrontato la nozione di casa all'interno di un archivio perduto, concentrandosi sulla sfocatura delle figure all'interno degli spazi domestici.