AMALÌA

conturbante agg. [part. pres. di conturbare]. – Eccitante, provocante; che suscita interiore turbamento, risvegliando inquietudini e stati d’animo fortemente emozionali. [...]

Scriveva Roland Barthes che ciò che si può definire, non arriva mai a pungere realmente; è invece l’impossibilità di definire che diventa un buon sintomo di turbamento. Nelle fotografie di Valeria Laureano emerge questo intrinseco dualismo tra la circoscrizione di un fenomeno e il fascino dato dall’impossibilità di comprenderlo fino in fondo, assunto che vale per la mente umana – sezionata in ogni studio possibile, eppur ancor così sfuggente –, così come per la stessa figura femminile, chiamata a incarnare tanti ruoli diversi – da angelo del focolare a diavolo seduttore – e pertanto difficilmente imbrigliabile in una definizione univoca. In queste fotografie, dove la suggestione originaria della storia della serial killer nota come saponificatrice di Correggio si riconosce nelle atmosfere cupe e nel ricorrere di frammenti corporei, si respira un’aria torbida, accentuata da interni decadenti e figure misteriose. Inquietanti e inquiete, le donne che appaiono in queste immagini sono potenzialmente artefici e vittime di sortilegi; ogni soggetto oscilla tra una dimensione attiva e passiva: incantatore e incantato, seducente e sedotto, fluttuazione che arriva a interessare anche gli oggetti, gli interni, i paesaggi. Il filo del racconto si perde in possibili microstorie che hanno come fil rouge comune l’invito a lasciarsi ammaliare, sedurre, stregare, in una contrazione continua tra l’attraente e il respingente.

Valeria Laureano (Napoli, 1989).

La sua formazione, dopo una laurea triennale in Lingue e Letterature Straniere indirizzo Discipline delle Arti Visive, della Musica e dello Spettacolo,si perfeziona nel campo fotografico con un percorso di tre anni alla Scuola Romana di Fotografia. Attualmente vive e lavora a Napoli come freelance e prosegue la sua personale ricerca fotografica. Dal 2017 collabora stabilmente con lo spazio espositivo no profit Magazzini Fotografici in qualità di coordinatrice e fotografa. Con il suo progetto Apice ha realizzato alcune mostre tra cui una nel 2017 in Brasile promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo e una nel 2018 presso la galleria Lo.ft a Lecce. Nel 2020 vince il 1° premio del Passepartout Photo Prize. È tra i fotografi selezionati per l’edizione 2021 del Festival MAP di Tolosa, al quale partecipa con un’installazione fotografica e un video artistico del progetto Apice. Nel 2021 è in mostra, presso il Convento di San Domenico Maggiore a Napoli con il progetto Amalìa nell’ambito della mostra fotografica Epifanie 03, conclusiva del percorso iniziato nel 2018 con il Laboratorio Irregolare curato da Antonio Biasiucci. Il progetto è stato parte poi di una mostra collettiva presso il Museo Arcos di Benevento, assieme agli altri fotografi della terza edizione del Laboratorio Irregolare da novembre 2021 a gennaio 2022.

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EN

per·turb — 1. To disturb or disquiet greatly in mind. 2. To throw into great disorder; derange.

Roland Barthes wrote that that which can be defined never really pricks you; instead it is the impossibility of defining that becomes a good symptom of turmoil. In her photographs, Valeria Laureano plays with the intrinsic dualism between the delimitation of a phenomenon and the fascination with the impossibility of ever fully understanding, an assumption pertinent to the human mind - dissected in every possible study, yet still so elusive -, as well as to the female figure, bound to embody many different roles - from the angel in the house to the seductive devil - and therefore difficult to limit to a single definition. In these photographs, where the original suggestion of the story of the serial killer known as The Soap-Maker of Correggio is recognisable in the dark atmospheres and the recurrence of body fragments, one feels the murky air, accentuated by decadent interiors and mysterious figures. Disturbing and restless, the women who appear in these images are potentially creators and victims of spells; each subject oscillates between an active and passive dimension: enchanting and enchanted, seductive and seduced, a fluctuation that also affects objects, interiors, landscapes. The plot is lost among possible micro-stories that have as their common thread an invitation to be charmed, seduced, bewitched, in a continuous contraction between the attractive and the repulsive.

Valeria Laureano (Naples, 1989). 

Valeria graduates in Languages and Foreign Literature applied Visual Studies and, following a three-year postgraduate course, she specialises in Photography at the Scuola Romana di Fotografia.  Since 2017, she actively collaborates as a co-curator and photographer with Magazzini Fotografici, a non-profit gallery based in Rome. Thanks to the project Apice, Valeria’s art brings her around the world: in Brazil in 2017 at the Italian Cultural Institute of São Paulo and in 2018 at the gallery Lo.ft based in Lecce.  Within this same year, Valeria starts a new collaboration with Laboratorio Irregolare curated by Antonio Biasucci which end will be framed in 2021 with the photographic exhibition Amalia placed at Epifanie 03 - Convento di San Domenico Maggiore (Naples). From November 2021 until January 2022, this same project became part of a group exhibition at Museo Arco (Benevento) where other artists, coming from the third edition of Laboratorio Irregolare, took part. Moreover, Valeria is one of the photographers chosen for the 2021 edition of Tolosa Festival MAP; here she participates with a photographic installation and footage taken from the project Apice. In 2020 she wins the award Passepartout Photo Priz as first finalist.  At the moment Valeria Laureano lives and works in Naples as a freelance photographer where she is carrying on her personal photographic research.