THE CHANCE

Le cose che realmente contano sono distribuite in maniera disuguale

A distanza di pochi metri da dove viviamo esistono persone con un’aspettativa di vita nettamente diversa rispetto alla nostra, a prescindere dal fatto che essa sia inferiore o superiore la nostra consapevolezza a riguardo è nulla. Ciò che definisce questo divario è il cosiddetto “determinante sociale”: lo stress abitativo, il basso livello di istruzione, le tipologie di lavoro come il terzo settore, l’indice di povertà, lo scarso accesso alle catene alimentari, sono discriminanti sociali che, se non arginate, influenzeranno enormemente le disuguaglianze del nostro futuro. L’avvento del Covid-19 ha accentuato queste differenze sociali ed economiche all’interno delle stesse aree urbane.

L’epidemiologo Michael Marmot parla di “occasioni di vita”, sottolineando che la salute si distribuisce in modo disuguale. Se si nasce in circostanze meno fortunate non si può prevedere una vita in salute. 


Quello qui presentato è il primo capitolo di una ricerca su tutto il territorio italiano e non solo. La prima tappa di questo viaggio è in un quartiere popolare sito nel centro città di Catania, S.Cristoforo, caratterizzato dalla stretta connessione urbanistica con la zona residenziale della città. Qui tutte le discriminanti sopracitate incidono profondamente sul livello di aspettativa di vita media dei 30.000 abitanti che abitano il quartiere. Il divario sanitario, di istruzione e lavorativo, oltre che alimentare, tra le due aree urbanistiche è incredibile e visibile ad occhio nudo camminando per strada.


Ogni capitolo sarà caratterizzato dalla presenza di dati, fonti e analisi incentrati sull’area raccontata, in modo da fornire uno spunto di riflessione sulle fasce più vulnerabili e soggette alle discriminanti sociali lì presenti. Il mio progetto mira ad evidenziare come l’epidemiologia sociale e territoriale è la strada da intraprendere per ottenere un assottigliamento di queste disuguaglianze. 


Stare dalla parte sbagliata di questa linea immaginaria di confine toglie il controllo sulla propria esistenza.

Disarticolare l’intreccio di relazioni che potrebbe portare gli individui più fragili della società a pagare un conto molto più caro è un dovere civile a cui siamo chiamati tutti.


Cosa succederebbe se scoprissimo che girando un angolo di strada sotto casa potremmo avere maggiori possibilità di vivere o morire?

Simone Cerio (b.1983) è un fotografo documentarista italiano, specializzato in visual journalism. Da sempre interessato a linguaggi ibridi, le sue immagini possiedono una narrativa che evidenzia l’importanza della relazione profonda con l’altro. Il filo che lega i suoi lavori è il tema dell’Identità e dei cambiamenti sociali e l’uso di uno storytelling estremamente intimo. Conosciuto soprattutto per la sua ricerca sulle comunità LGBT credenti, intitolata RELIGO, e il lavoro sul tema dell’assistenza sessuale per persone disabili, LOVE GIVERS. Progetti che gli valgono premi internazionali tra cui il Wellcome Photography Prize nella categoria “Hidden Worlds”. Contributor della ONG Emergency dal 2014 e co-fondatore di MOOD Photography, un centro studi di fotografia presso il quale è docente di “Identità e Metodo”, “Visual Journalism” e della masterclass in “Long Term Project”.

Web: www.simonecerio.com

Instagram: @simonecerio

Facebook: Simone Cerio


ENG VERSION

THE CHANCE

Things that really matter are unequally distributed

A few meters away from where we live there are people with a clearly different life expectancy than ours, and regardless of whether it is lower or higher, we have no awareness of it. What defines this gap is the so-called "social determinant": housing stress, low level of education, types of work such as the third sector, the poverty index, inadequate access to food chains, are social discriminators which, if not contained, they will greatly affect the inequalities of our future. The advent of Covid-19 increased these social and economic differences within the urban areas themselves.

Epidemiologist Michael Marmot speaks of "life opportunities", emphasizing that health is unequally distributed. If you are born in less fortunate circumstances, you cannot predict a healthy life. The ones shown here is the first chapter of a research on the whole italian territory and beyond. The first stop of the journey is on a popular district located in the city center of Catania, S.Cristoforo, characterized by the close urban connection with the residential area of ​​the city. Here all the discriminants mentioned above deeply affect the average life expectancy level of the 30,000 inhabitants who live in the neighborhood. The gap in health, education and work, as well as food, between the two urban areas is incredible and visible to the naked eye walking through the streets.

Each chapter will be characterized by the presence of data, sources and analyzes, focused on the area described, in order to provide food for thought on the most vulnerable communities who living there.

My project aims to highlight how social and territorial epidemiology is the road to take to achieve a reduction of these inequalities.

Staying on the wrong side of this imaginary borderline takes away control over own existence. Disrupting the intertwining of relationships that could lead the most disadvantaged and fragile parts of society to pay a much more expensive bill is a civil duty to which we are all called.

What would happen if we discovered that by turning a street corner we could have a better chance of living or dying?

Simone Cerio (b.1983) is an Italian documentary photographer, specialized in visual journalism. Always interested in hybrid languages, his images possess a narrative that highlights the importance of the deep relationship with the other. The thread that binds his works is the theme of Identity and social changes and the use of extremely intimate storytelling. He is best known for his research on LGBT religious believers community, entitled RELIGO, and for his work on the topic of sexual assistance for disabled people, LOVE GIVERS. Projects that are worth international awards including the Wellcome Photography Prize in the category "Hidden Worlds''. Contributor since 2014 of the NGO Emergency and co-founder of MOOD Photography, a centre of photography studies at which he is a lecturer of "Identity and Method", "Visual Journalism" and the masterclass "Long Term Project".