Darüber Hinaus / inOltre, un'esperienza sinestetica

a cura di Ginevra Gadioli


In occasione di Grenze 2021 presso Lo Spazio di Veronetta l'Ass. Culturale Diplomart, Ginevra Gadioli, curerà la mostra di Fotografia indipendente Darüber Hinaus / inOltre, un'esperienza sinestetica.

2021 anno delle grotte e del carsismo, anno delle ferrovie, l’anno della riscoperta lentezza, del guardare vicino, dell’osservare quello che abbiamo sempre avuto a portata di mano e che abbiamo dimenticato.

Verona è città d’acqua, divisa a metà da quel suo fiume lucente che l’attraversa. La nostra associazione è sempre stata ipnoticamente attratta da questo nostro imponente corso d’acqua e, parlando di confini e periferie, non potevamo non citare la lentezza antica del suo fluire che li lambisce incurante dei cambiamenti caotici di ciò che gli è cresciuto intorno. Solo lui, indifferente al corso del tempo degli uomini, non sembra cambiare, ne è solo testimone muto e sa che gli sopravviverà. E’ proprio il sapore di quel tempo sospeso sul correre veloce del fiume che si percepisce non appena ci si sofferma ad osservarne le acque e a sentirne la voce che, oggi, sembra più forte più che mai.

Lungo lo scorrere liquido del suo corso appaiono le forme architettoniche che parlano della volontà dell’uomo di addomesticarne il disegno naturale, di deviarlo con chiuse, fermarlo con dighe imponenti e maestose, placarlo in letti artificiali, attraversarlo con ponti arditi creati incessantemente dall'antichità ai tempi moderni e infine divenuti così familiari da essere parte integrante del paesaggio. La visualizzazione dell’intervento umano sulla natura è qualcosa che però non va visto sempre nella sua accezione più negativa. Non sempre dirompe stravolge o distrugge ma, anzi, talvolta crea strutture che sembrano dolcemente appoggiate alla acque, o quasi sommerse, appena affioranti, o talmente innalzate su di esse da sembrare balzare da una riva all’altra in un bagliore di ferro o un luccicare di marmo rosato. Il fiume si adorna di questi manufatti, come una dama dei suoi gioielli, senza di essi sarebbe più spoglio, come depredato della sua storia. La sua bellezza del fiume è, nella memoria di chi lo ama, associata a quella dell’incessante lavorìo dell’uomo che nei millenni ha cercato di imprigionarne le acque per farne una sua proprietà. Sono i due volti dell’amore: l’orgoglio e il desiderio di possesso per il dono più bello che la città ha ricevuto, senza del quale, non sarebbe mai stata fondata. La gioia di contemplarlo e il desiderio di domarlo, crea un potente dualismo di percezione dell’ambiente e una conseguente contraddizione nell’interazione tra questi due mondi, quello naturale e quello dell’evoluzione sociale e delle tecnologie, al limite della tolleranza reciproca. In questa suggestiva dicotomia è la natura che va oltre, che infrange le convenzioni reciproche, che non obbedisce alle leggi umane, che non si piega alle necessità del mercato, che supera i confini posti dal suo convivente prepotente, che non si arresta ma che anzi non ci nega l’opportunità di imparare a fluire con lei, entro i suoi confini, per ritrovare l’armonia di un ritmo che avevamo dimenticato.


L’ARTISTA: PINO DAL GAL


Pino Dal Gal , vive e lavora a Verona dove è nato nel 1936. Giovanissimo, trova nella macchina fotografica il mezzo espressivo a lui più congeniale e i suoi studi si orientano ad apprendere e perfezionare le tecniche di ripresa e laboratorio presso l'Istituto G.Galilei di Milano, a cui segue la sua prima esperienza di lavoro a Perosa Argentina (Piemonte) dove, presso lo studio del suo indimenticabile maestro Riccardo Gariglio, completa la sua preparazione. Con il suo rientro a Verona, nei primi anni sessanta, si dedica per naturale vocazione alla foto di costume e reportage, lavorando nel contempo per i servizi editoriali della Arnoldo Mondadori Editore. Inizia così quella ricerca d’ambiente, per la quale avrà importanti riconoscimenti nazionali fin dal 1958. Nel 1970 apre a Verona una Agenzia di Pubblicità e Marketing che resta attiva fino al 2008, realizzando importante campagne nazionali.

La passione per la fotografia rimane nel suo DNA, non viene mai interrotta, e si esprime attraverso la “narrazione”, senza condizionamenti di confine provinciale o cultura metropolitana, con cui Pino Dal Gal descrive e racconta alcuni aspetti della società contemporanea e della condizione umana: dalla documentazione della Mensa Aziendale con i suoi silenzi, alla straniata solitudine del Cinema di Antonioni, considerato dall'autore uno dei suoi importante punti di riferimento, seguono altri racconti fra cui Wally, Alberi, Cimitero d'auto, per arrivare, alle cruente storie di denuncia con Chicken Story e La Cava.

Alla chiusura degli anni ’70, il suo obiettivo è affascinato dalla potenza della Natura di Capo Testa (Sardegna) dove studia ed approfondisce la sua ricerca analitica sulle forme antropomorfe con “LE ROCCE”, lavoro rigorosamente in bianco e nero, a cui segue la pubblicazione del libro fotografico “Là dove parla il silenzio” con testo di Italo Zannier. Il lavoro Capo Testa sarà completato, negli anni successivi, con l'inserimento del corpo “nudo” che diventa metamorfosi della materia stessa.

Dopo la prima grande mostra personale al Museo di Castelvecchio di Verona (1976) e i successivi riconoscimenti ad Arles nel 1977, incontra lo Storico Helmut Gernsheim che acquisisce 40 opere per la Collezione Permanente del Museo della Fotografia di Austin (Texas) che, nel 1995 designerà Pino Dal Gal per rappresentare l’Italia nella selezione Internazionale di Hildesheim (Germania) e, successivamente, come protagonista di spicco per l'inaugurazione del nuovo spazio espositivo Guggenheim ai “ Magazzini del Sale” a Venezia, unico rappresentante della fotografia Italiana.

Per alcuni anni si sottrae alla visibilità nelle Mostre pubbliche prendendosi del tempo per una ricerca “poetica” in chiave di paesaggio, presentata nel libro “Emozioni - Immagini Luci e Silenzi sul PO” (1999) con la presentazione dello scrittore Alberto Bevilacqua. Il 2000 lo vede protagonista di una grande mostra Antologica presso la Galleria Internazionale Scavi Scaligeri a Verona e contemporaneamente a NYC dove espone Chicken Story in una personale alla Keith De Lellis Gallery. Nel 2003 la sua inesauribile ricerca, trova nuova espressione nel lavoro in bianco e nero SOUL SHAPES, una astrazione visuale delle candide Calle che, da fiori, rivelano invece, attraverso inaspettate forme plastiche, la loro essenza più nascosta. Nel 2013 gli viene assegnato un posto fra i più grandi nomi della fotografia mondiale passata e recente, con la presenza di sue opere nella mostra Internazionale di Mannheim “The bird of Photography”, pubblicata in un prestigioso volume. Ha collaborato strettamente per lunghi anni con lo scultore e amico Miguel Berrocal, curandone l'immagine fotografica per le sue pubblicazioni ed inoltre, dedicandogli, oltre a questo, una Mostra Personale al DIAFRAMMA di Milano (1972), dal titolo “Artisti di Oggi in Fotografia.”

Da molti anni si dedica esclusivamente alla fotografia creativa, libera dagli schemi, alla ricerca di soggetti e sequenze che caratterizzano la sua cifra stilistica. I “racconti” prodotti in questo periodo sono molti e appartengono a diversi mondi, dal reale al fantastico fino al sogno. Una sintesi di alcuni degli ultimi lavori sono stati esposti alla mostra Personale “IL FIUME E ALTRI RACCONTI” organizzata dal CRAF di Spilimbergo Nov 2018-febb 2019.


www.pinodalgal.it

https://www.facebook.com/pino.dalgal/

instagram: @pinodalgal



IL SOUND ARTIST: GIACOMO CESCHI

Giacomo ceschi, Verona 1989. Compositore e sperimentatore elettronico con progetti sonori come “Ra kunesh” e progetti solisti come “M.uto” sviluppa una ricerca sonora, tra ambient, drone, industrial e techno. Dopo la frequentazione del corso di musica elettronica presso il conservatorio di Vicenza si avvicina alla sound installation partecipando a diversi festival fino al 2016 in cui, nella sezione independent di Artverona - fiera d’arte moderna e contemporanea, verrà selezionato “Randomanimale”, installazione per volatili e sensori. Le attività recenti comprendono la collaborazione con un ristorante stellato veronese alla ricerca della multisensorialità e la collaborazione con la coreografa e danzatrice Camilla Monga e la danzatrice Lucrezia Gabrielli per le quali ha composto le musiche per “Allegretto con Garbo” performance presentata a Verona Risuona 2019. Nel 2020 compone le musiche per “Stretching one's arms again” di Lucrezia Gabrieli.



ENG VERSION



Darüber hinaus / inOltre, a synaesthetic experience


On the occasion of Grenze 2021 at Lo Spazio di Veronetta the Associazione Culturale Diplomart, Ginevra Gadioli, will curate the exhibition of independent photography Darüber hinaus / inOltre, a synaesthetic experience.

2021, the year of caves and karsts, the year of railways, the year of rediscovering slowness, of looking closeby, of observing what we have always had within reach and that we had forgotten.


Verona is a city of water, divided in half by the shining river that crosses it. Our Association has always been hypnotically attracted to this imposing watercourse and, speaking of borders and suburbs, could not fail to mention the ancient slowness of its flow that laps them careless of the chaotic changes of what is grown around it. Alone and indifferent to the cycle of men's time, it does not seem to change and it's a mere mute witness as it knows that it will survive. It's just the taste of that time suspended on the fast running of the river that is perceived as soon as you stop to observe the waters and hear the voice that, today, seems stronger than ever.

Along with the liquid flow of its course appear the architectural forms that speak of man's will to tame the natural plan, to divert it with locks, and to stop it with imposing and majestic dams, to placate it in artificial beds, to cross it with daring bridges created incessantly from antiquity to modern times and finally becoming so familiar to turn into an integral part of the landscape.

The visualization of human intervention in nature is something that should not always be seen in its most negative aspect. It does not always disrupt or destroy but, instead, sometimes creates structures that seem gently leaning against the water, or almost submerged, just emerging, or erected in a way that it seems to leap from one shore to another in a glow of iron or glittering pink marble.

The river is adorned with these artefacts, like a lady wearing jewels, the river would feel bare without it, as plundered of its history. The beauty of the river, in the memory of those who love it, is associated with that of the incessant work of man who over the millennia has tried to imprison its waters to make it his property. These are the two faces of love: pride and the desire to possession for the most beautiful gift the city received, without which, it would have never been founded.  The joy of contemplating it and the desire to tame it creates a powerful dualism of perception of the environment and a consequent contradiction in the interaction between these two worlds, the natural one and that of social evolution and technologies, within the limits of mutual tolerance.

In this suggestive dichotomy, it is nature that goes beyond, which violates reciprocal conventions, which does not obey human laws, which does not bend to the needs of the market, which exceeds the boundaries set by its overbearing cohabitant, that does not stop but instead does not deny us the opportunity to learn to flow with it, within its borders, to rediscover the harmony of a rhythm that we had forgotten.



THE ARTIST: PINO DAL GAL

Pino Dal Gal lives and works in Verona where he was born in 1936.

From a young age, he finds in the camera the most congenial and expressive tool and his studies are directed to learning and perfecting shooting techniques and photo lab at the G.Galilei Institute in Milan, followed by his first work experience in Perosa Argentina (Piedmont) where, while working at the studio of his unforgettable maestro Riccardo Gariglio, he will complete his knowledge background. 

Upon his return to Verona, in the early sixties, he devoted himself to the natural vocation of costume photography and reportage and working at the same time for the publishing services of Arnoldo Mondadori Editore.

Thus began his environment's research, for which he has won important national awards since 1958. In 1970 he opened an Advertising and Marketing Agency in Verona which remained active until 2008, carrying out important national campaigns.

The passion for photography remains in his DNA, uninterrupted, and he expresses himself through "narration", without conditioning from the provincial boundary or metropolitan culture, that Pino Dal Gal uses to describe some aspects of contemporary society and the human condition: from the documentation of company canteens with its silences, the strange loneliness of Antonioni's Cinema, considered by the author one of his important landmarks, follows others tales including Wally, Trees, Cemetery car, all the way to get to the cruel complaint stories such as Chicken Story and La Cava.

At the close of the 70s, his lens is fascinated by the power of the Nature of Capo Testa (Sardinia) where he studies and deepens his analytical research on anthropomorphic forms with "THE ROCKS", a work strictly in black and white, to which follows the publication of the photographic book "Là dove parla il silenzio" with text by Italo Zannier. The work of Capo Testa will be completed, in the following years, with the inclusion of the "naked" body that will become a metamorphosis of matter itself.

After the first major solo exhibition at the Museum of Castelvecchio in Verona (1976) and subsequent awards to Arles in 1977, he will meet the Historian Helmut Gernsheim who will acquire 40 works for the Permanent Collection of the Museum of Photograph of Austin (Texas) who, in 1995 will designate Pino Dal Gal to represent Italy in the International Selection of Hildesheim (Germany) and, subsequently, as a leading star for the inauguration of the new exhibition space Guggenheim at the "Magazzini del Sale" in Venice, as the only representative of photography Italiana. For a few years, he evades visibility in public exhibitions taking the time for a "poetic" search in the interpretation of landscapes, presented in the book "Emozioni - Immagini Luci e Silenzi sul Po" (1999) with the presentation of the writer Alberto Bevilacqua.

The year 2000 sees him as the protagonist of a large exhibition called Anthologia shown at the Galleria Internazionale Scavi Scaligeri in Verona and at the same time in NYC where he exhibits Chicken Story as a solo show at the Keith De Lellis Gallery. In 2003 his inexhaustible search, finds new expression in the black and white work SOUL SHAPES, a visual abstraction of the candid calla lily which, from flowers, reveal instead, through unexpected plastic shapes, their most hidden essence.

In 2013 he was awarded a place among the biggest names in past and recent world photography, with the presence of his works in the International exhibition of Mannheim "The bird of Photography", published in a prestigious volume.

For many years he worked closely alongside the sculptor and friend Miguel Berrocal, taking care of the photographic image of its publications and also dedicating to it, a solo exhibition at the DIAFRAMMA in Milan (1972), entitled "Artists of Today in Photography." For many years he has dedicated himself exclusively to creative photography, free from patterns, in search of subjects and sequences that characterize its style. The "tales" produced in this period are many and belong to different worlds, from realistic to fantastic up to the dream world. A summary of some of the latest works has been exhibited at the personal exhibition "IL FIUME E ALTRI RACCONTI" organized by CRAF of Spilimbergo Nov 2018-Feb 2019.



THE SOUND ARTIST: GIACOMO CESCHI


Giacomo ceschi, Verona 1989. Composer and electronic experimenter with sound projects such as "Ra kunesh" and solo projects like "M.uto" he develops sound research, between ambient, drone, industrial and techno. 

After attending the electronic music course at the Conservatorio di Vicenza he approached sound installations participating in several festivals until 2016 in which, at the independent section of Artverona - modern and contemporary art fair, "Randomanimale", installation for birds and sensors will be selected.  Recent activities include collaboration with a renowned restaurant of Verona in search of a multi-sensorial experience, a collaboration with the choreographer and dancer Camilla Monga and the dancer Lucrezia Gabrielli for whom he composed the music for "Allegretto con Garbo" performance presented at Verona Risuona 2019. In 2020 he composed the music for "Stretching one's arms again" by Lucrezia Gabrieli.