Mila
As collectors of discarded goods for over 20 years, the members of the Salihovic family are o8en seen as outcasts in their hometown of Bijeljina, Bosnia and Herzegovina. But this family of seven approaches their daily routine like any other family: they wake up early, plan their day, and organize themselves in preparaBon to perform their usual tasks. Throughout their day they meet many acquaintances who give them products, unwanted gifts and things to sell. Ahmo collects copper, iron, aluminum, and plastic, while his wife Melvida collects kitchen supplies, clothing, and other household items. Twice a week, Melvida goes to the market to sell the items she’s collected. The Salihović family is a modest family that is not ashamed of its job. They honestly provide for the existence of their family, which is very secure in the economic insecurity of the state. The main challenge for the Salihovic family is responsibility, standards and finances.
Of the family’s five children Habib's eldest daughter (1997) was married. Son Shaban (2003), daughters Sanela (2002), Samila (2004) and Almedina (2005) aVended primary school. Only Mila (real name Samila), how the project has a title. Just 11 years old when this when I met the family, Mila has proven to be a brilliant problem solver. During the period of primary school, where he showed interest in acting and sports - football. All this gradually shaped Mila into the idea of finishing school and finding a job. She is currently in the final grade of the Agricultural School. With her whole life ahead of her, it is uncertain how her story will unfold, but the project will continue to document her journey up unBl her 18th birthday. On July 13, this year, she will become an adult. Her plan to get an ID card and immediately start looking for a job. For Mila it is clear that she is aware that she will have to help her parents at some point because they are in years where they cannot work with the same intensity as before. Mila has wishes, plans. She does not want to do the same job that her family does. Also her interests are now being shaped through social media. She became a girl who cares about her appearance, the opinions of others and social acceptance is important to her. She doesn't like to be photographed. The reason is that she thinks that when she is photographed, she will not be beautiful in the photos. Her attitude towards photography is built through the social instruments of Instagram. I only have her permission to photograph her without her face visible. In that way, the project was channeled in the direction of respecting her decision, and thus the project gained even more weight.
So far, Roma have been mainly involved in waste collection and recycling. Salihovic family is a origin Bijeljina Muslim family, they are not Roma. Their case, without a doubt, goes to show a problem that the world is sliding into with too much inertia: While this great world thrives, making every idea that comes to mind possible, the needs of an ordinary man seems to be forgotten and while he is seen less and less, in the meantime, he still wakes up and continues to live the only way he knows how. This project follows Mila and her attitude and strength to persevere in the idea of having a much beVer life than she has now and a family that supports her, but also this project is a reminder that it is not enough to just have dreams and hopes, because changing a life requires constant work and willingness to give up certain things in order to create an enviroment just for yourself.
Mitar Simikić
I am a documentary photographer. I find inspiraBon in the unknown and the feeling of possibility that is created within it and have an interest in photo stories in the form of series and long-term projects, a reality photography that examines social values. My photographs express emotions and perceive people, the environment and situations in a personal way. I manage to work spontaneously and intuitively – adapting to changes in light, atmosphere and circumstances; animated by unplanned, temporary encounters with people and places in their state at that very moment. My goal is to create a space in which the audience can feel empathy for his subjects and get involved in their stories. A couple of seemingly contradictory motives are at the heart of my practice: a desire for order and simplicity and a fascinaBon with the small details of the subject. One can say that I am often entirely preoccupied with the stories he records. This obsession with detail is sometimes embedded in my photographs that reflect the complexity of my surroundings. In other cases, I distil the extremes of visual and sensory information into bare, graphically accurate images. I am currently an assistant professor of photography at the Academy of Arts of the University of Novi Sad, Serbia.
mitarsimikic8@gmail.com
ig: @mitarsimikic
ITA
Raccoglitori di oggetti di scarto da oltre 20 anni, i membri della famiglia Salihovic sono spesso considerati degli emarginati nella loro città natale, Bijeljina, in Bosnia-Erzegovina.
Eppure questa famiglia di sette persone affronta la routine quotidiana come qualsiasi altra famiglia: si svegliano presto, pianificano la giornata e si organizzano per svolgere i loro rispettivi compiti.
Nel corso della giornata persone e conoscenti danno loro prodotti, regali indesiderati e oggetti da vendere. Ahmo raccoglie rame, ferro, alluminio e plastica. Sua moglie Melvida, che raccoglie prodotti per la cucina, vestiti e altri oggetti per la casa, si reca due volte alla settimana al mercato per vendere la sua raccolta. La famiglia Salihović è una famiglia modesta che non si vergogna del proprio lavoro. Provvedono onestamente ai bisogni della propria famiglia che si difende bene dall'insicurezza economica bosniaca.
La famiglia Salihovic si fonda su: responsabilità, standard e finanze. Dei cinque figli della famiglia, la figlia maggiore di Habib (1997) si è sposata. Il figlio Shaban (2003), le figlie Sanela (2002), Samila (2004) e Almedina (2005) hanno frequentato la scuola primaria. Solo Mila (vero nome Samila) - dalla quale prende il nome questo progetto -, è riuscita a conseguire un vero titolo di studio.
A soli 11 anni quando ho incontrato la famiglia, Mila ha dimostrato di essere una brillante problem solver: già dalle elementari dimostrava interesse per la recitazione e lo sport - il calcio. Tutto questo ha gradualmente plasmato in Mila l'idea di finire la scuola e trovare un lavoro.
Attualmente frequenta l'ultimo anno della scuola agraria. Con tutta la vita davanti non sa dove la porterà il futuro. Intanto questo progetto fotografico continuerà a documentare il suo percorso fino al suo 18° compleanno. Il 13 Luglio di quest'anno diventerà maggiorenne.
Il suo piano prevede di ottenere una carta d'identità e di iniziare subito a cercare un lavoro. Mila è consapevole del fatto che prima o poi dovrà aiutare i suoi genitori: con l’avanzare dell’età non avranno più le forze per lavorare come prima.
Mila ha dei desideri, dei progetti. Non vuole fare lo stesso lavoro della sua famiglia e in tutto ciò i suoi interessi si stanno formando grazie ai social media. È diventata una ragazza che si preoccupa del suo aspetto, delle opinioni degli altri e dell'accettazione sociale. Eppure non le piace essere fotografata... pensa di non venire bene in foto. Il suo atteggiamento verso la fotografia è dettato dai canoni di Instagram. Mi è stato possibile fotografarla solo senza che il suo volto fosse visibile. L'intero progetto ha rispettato questa sua volontà, acquisendo ancora più peso.
Finora i Rom sono stati coinvolti soprattutto nella raccolta e nel riciclaggio dei rifiuti. Ma la famiglia Salihovic è una famiglia musulmana originaria di Bijeljina, non è rom. Il loro caso, senza dubbio, mostra un problema che sembra sorvolare con fin troppa indifferenza oggigiorno: mentre questo grande mondo prospera, rendendo possibile ogni idea e sfida irraggiungibile, i bisogni concerti dell'uomo comune sembrano essere dimenticati. L’ “uomo comune” si vede sempre meno, ma esiste e nel frattempo si sveglia e continua a vivere nell'unico modo che conosce.
Questo progetto segue Mila, nella sua perseveranza e lotta per avere una vita molto più bella, accanto a una famiglia che supporti questa missione. Ma al tempo stesso questo progetto è anche un promemoria per ricordare che non basta avere sogni e speranze... cambiare una vita richiede un lavoro costante e la volontà di rinunciare a certe cose per creare un ambiente solo per sé stessi.
Mitar Simikić
Sono un fotografo documentarista. Trovo ispirazione nell'ignoto e nella sensazione di possibilità che si trova in esso. Sono interessato a storie fotografiche sotto forma di serie e progetti a lungo termine; la mia è una fotografia di realtà che esamina i valori sociali: i miei scatti vogliono esprimere emozioni e indagano le persone, l'ambiente e i contesti in modo del tutto personale. Il mio approccio spontaneo e intuitivo mi permette di adattandomi ai cambiamenti di luce, atmosfera e circostanze; aprendomi a incontri temporanei e non pianificati con persone e luoghi nel loro stato più vero e autentico. Il mio obiettivo è creare uno spazio in cui il pubblico possa provare empatia per i suoi soggetti ed essere coinvolto nelle loro storie. Il mio lavoro si struttura attraverso due elementi apparentemente contradditori: il desiderio di ordine e semplicità e il fascino dei piccoli dettagli nel soggetto. Questa ossessione per i dettagli è talvolta visibile nelle mie fotografie che riflettono la complessità dell'ambiente circostante. In altri casi, indago gli estremi delle informazioni visive e sensoriali in immagini scarne e graficamente accurate. Attualmente sono assistente alla cattedra di fotografia presso l'Accademia delle Arti dell'Università di Novi Sad, in Serbia.