Arctic Visions è un proggetto fotografico di Isacco Emiliani che si pone l’obiettivo di raccontare uno degli habitat più delicati e a rischio del pianeta: l’Artico. Attraverso una collana di libri fotografici auto prodotti (fanzine) racconta ogni regione artica, ciascuno con un proprio concetto e con una propria storia con l’obiettivo di divulgare gli elementi più compromessi e a rischio dell’Artico sensibilizzando i nostri occhi alla loro bellezza e fragilità. Storie e tradizioni che hanno memorie lontane che nonostante le difficoltà del nostro tempo e della globalizzazione ancora oggi si tramandano nel cerchio della vita.
No Mans Land Svalbard è il quarto volume di Arctic Visions e racconta la dimensione dell’uomo delle isole Svalbard.
Al giorno d’oggi parlare di Terra di Nessuno rimanda a confini in bilico, a una terra pericolosa, incerta e spoglia. Se sorvoliamo questa meravigliosa Terra che ci accoglie è invece facile sorprendersi dell’incredibile continuità dei paesaggi, delle pianure e delle montagne, delle città e delle campagne.
Dal profondo sud al lontanissimo nord. Un’unica Terra. Di tutti.
Qui, nelle isole Svalbard, a meno 40 gradi di giorno e in una notte lunga 24 ore, nel luogo più inospitale del pianeta, senza storia e senza popoli nativi, l’uomo vive nel pieno rispetto dei ritmi della Natura. Qui il ghiaccio diventa lacrime sui volti segnati di novelli esploratori moderni che alle Svalbard cercano rifugio, cercano casa. La propria casa.
Qui vivono oggi centinaia di popoli diversi, uniti dal sogno e dalla fatica di vivere tra i ghiacci. Ognuno qui per un preciso motivo.
Perché alle Svalbard non ci nasci, ci approdi. E poi, nasci di nuovo.
Qui, i contrasti esplodono. Una sola cittadina dalle case colorate costruite sul permafrost che si immergono nell’ora blu come una riscoperta Atlantide in fondo al mare. Le luci nelle case tremano e pulsano come lucciole nell’umida notte d’estate. Alle Svalbard senti che potresti alzare il braccio e toccare Dio: Tra te e l’immensità celeste nemmeno il sole, in questa notte polare che durante il nostro viaggio volge al termine, e ci avvolge una luce diffusa in un tramonto sempiterno dal mattino a sera.
È il crepuscolo. Götterdämmerung, la fine degli dei, nella mitologia nordica.
Chi vive qui vive in bilico, vive senza sapere che succederà il giorno dopo, vive con la consapevolezza che qui – di sicuro – non ci resterà per sempre.
Qui l’uomo vive sospeso. Sospeso in questa alternanza di luci e ombre talmente radenti al cuore da non generare contrasti. Sarebbe cosi semplice capire subito cosa è bianco e cosa è nero, cosa buono e cosa cattivo, cosa giusto e cosa sbagliato. Basterebbe decidere da che parte stare per trovare sempre un piccolo rifugio, dove accendere la propria lanterna.
E invece, il nostro crepuscolo degli dei che diventa oggi crepuscolo dell’uomo, fa paura perché non sai esattamente cosa sta per succedere, e sotto sotto ti fa ancora più paura riconoscere che molto dipende da te. L’equilibrio è una capacità innata che devi esercitare ogni giorno. Allora ci sarà rifugio, e li sarà il tuo cuore.
Fotografia: Isacco Emiliani / Testi: Riccardo Astolfi
Isacco Emiliani è un fotografo che lavora su progetti a lungo termine raccontando storie di luoghi selvaggi e delle persone che li abitano, affrontando temi antropologici, ambientali e di conservazione. Nato a Faenza nel 1991 dove attualmente vive e lavora, dopo il diploma in grafica pubblicitaria ha frequentato master di fotografia specializzati in reportage e fotogiornalismo con docenti come Chris Burkard e Sarah Leen.
Collabora con diverse aziende, fotografi, associazioni no profit per raccontare, sensibilizzare e divulgare storie sociali e ambientali. Oggi è fotografo su incarico per Eurocompany, dove racconta la loro filiera controllata ed etica, che vede oltre 10 reportage in tu?o il mondo, collabora con Dynamo Camp per il progetto Oasi Dynamo, uno dei progetti sociali e ambientali italiani più prestigiosi e con Wooding un laboratorio di ricerca e sperimentazione sull’utilizzo del cibo selvatico per l’alimentazione e la nutrizione umana. Dal 2016 con il progetto personale di Arctic Visions racconta le regioni artiche, dopo Finlandia, Norvegia, e i Nativi del nord dell’Alaska, con “No Mans Land Svalbard” sviluppato con Riccardo Astolfi racconta la dimensione dell'uomo alle isole Svalbard. I suoi lavori e le sue immagini sono state pubblicate ed esposte in riviste, radio, tv e diversi festival di fotografia italiana.
Riccardo Astolfi dedica da anni la sua vita alle storie legate al cibo e alla sostenibilità, in ogni sua forma più pura. Dalla produzione e coltivazione, alla comunicazione e alla vendita, fino ai più profondi aspetti nutrizionali e antropologici. Si occupa di ricerca, sviluppo e etica in campo food, collabora con diverse aziende alimentari, associazioni di volontariato e professionisti con l’obiettivo di valorizzare ogni storia e produzione alimentare buona, pulita e giusta. Dopo un’esperienza fondamentale in Slow Food e Terra Madre e dodici anni a capo dello sviluppo presso Naturasi, oggi crea prodotti alimentari innovativi in Euro Company.
Scrive da sempre, ama raccontare storie e scrivere saggi, ha pubblicato due libri, uno sulla Pasta Madre e uno sulla fermentazione della frutta secca, oltre pubblicare articoli per diverse riviste di settore. Negli ultimi anni racconta storie di persone che cambiano il mondo: il progetto “No Mans Land Svalbard” è il primo reportage sulla dimensione dell'uomo delle Isole Svalbard.
www.isaccoemiliani.com
www.arcticvisions.it
@isaccoemiliani
@arctic_visions
ENG VERSION
Arctic Visions is a photographic project by Isacco Emiliani with the aim of telling one of the most delicate and threatened habitat of the planet: the Arctic. Through a self-published photographic books series (fanzines) tells each Arctic region, each with its own concept and its own story with the aim of telling the most compromised and risky elements of the Arctic and sensitizing our eyes to their beauty and fragility.
Stories and traditions that have distant memories that despite the difficulties of our time and globalization are still handed down today in the circle of life.
No Man’s Land Svalbard, the fourth volume of Arctic Visions tells the human dimension of the Svalbard islands.
Nowadays speaking of “no man’s land” refers to poised borders, to dangerous, uncertain and bare land. If we fly over this wonderful Land that welcomes us, it is easy to be surprised by the incredible continuity of the landscapes, plains and mountains, cities and countryside. From the deep south to the far north. One Earth. Of all. Here, in the Svalbard Islands, at minus 40 degrees during the day and in a 24-hour-long night, in the most inhospitable place of the planet, without history and without native peoples, man lives in full respect of the rhythms of Nature. Here, the ice becomes tears on the scarred faces of new modern explorers on Svalbard: seeking refuge, seeking home. Own home. Today hundreds of different peoples live here, united by the dream and the fatigue of living among the ice. Everyone here for a reason. Because you are not born in Svalbard, you land there. And then, you born again.
Here, the contrasts explode. A single town with colorful houses built on permafrost that plunge into the blue hour like an rediscovered Atlantis at the bottom of the sea. Lights in the houses trembling and pulsate like fireflies in a humid summer night.
In Svalbard you feel that you could raise your arm and touch God. Between you and the celestial immensity not even the sun, in this polar night that comes to an end during our journey, and a diffused light envelops us in an eternal sunset from morning to evening .
It is twilight. Götterdämmerung, the end of Gods, in Norse mythology. Those who live here live in the balance, they live without knowing what will happen the next day, they live with the awareness that here – for sure – they will not stay forever. Here, man lives suspended. Suspended in this alternation of lights and shadows so grazing at the heart that it does not generate contrasts. It would be so easy to understand immediately what is white and what is black, what is good and what is bad, what is right and what is wrong. It would be enough to decide which side to be on to always find a small refuge, where to light your lantern. And instead, our twilight of the Gods that today becomes the twilight of Man, is frightening because you do not know exactly what is going to happen, and deep down it makes you even more afraid to recognize that a lot depends on you.
Balance is an innate ability that you need to exercise every day. Then there will be refuge, and there will be your heart.
Photography: Isacco Emiliani / Texts: Riccardo Astolfi
Isacco Emiliani is a photographer working on long term projects telling stories of wild places and the people who live there, addressing anthropological, environmental and conservation issues.
Born in Faenza in 1991, where he lives and works, after graduation in advertising graphics, attended a master's degree in photography specializing in reportage and photojournalism under the teachings of lectures such as Chris Burkard and Sarah Leen.
Emiliani collaborates with various companies, photographers, non-profit associations to narrate, raise awareness and disseminate social and environmental stories. Today he works as a photographer on assignment for Eurocompany, where he portrays their controlled supply chain and ethics, which sees over 10 reports worldwide. He also collaborates with Dynamo Camp for the project Oasi Dynamo, one of the most prestigious Italian social and environmental projects and with Wooding a research and experimentation laboratory which deals with the use of wild food for human consumption and nutrition.
Since 2016 with the personal project Arctic Visions he tells the stories of the Arctic regions, and after Finland, Norway, and the Native people of northern Alaska, with "No Man's Land Svalbard" developed with Riccardo Astolfi, he focuses on the aspects of the inhabitants of the Svalbard Islands. His works and images have been published and exhibited in magazines, radio, TV and various Italian photography festivals.
Riccardo Astolfi for years dedicated his life to stories related to food and sustainability in all its purest forms. From cultivation and production to communication and sales, up to the deepest nutritional and anthropological aspects of it.He deals with research, development and ethics in the field of nutrition, collaborating with different food companies, voluntary associations and professionals to enhance every story related to fair, clean and good food production.
After a fundamental experience in Slow Food and Terra Madre and a consequential twelve years working as the Head of Development at Naturasi, today he creates innovative food products at Eurocompany. Since always writing, he loves to tell stories and write essays and has published two books, one on the yeast dough and one on dry fruit fermentation, as well as publishing articles for various industry magazines.
In recent years he has been telling stories of people who change the world: the project "No Man’s Land Svalbard", was the first report on the aspects of the man from the Svalbard Islands.