CHOCOLATE & DIRTY CLOTHES

2020-2022

Antonio Pantalone lasciò l’Italia per cercare lavoro. La sua vita fu perennemente sospesa tra due realtà: il luogo di lavoro straniero e il piccolo paese d’origine in Abruzzo. Nel mezzo la dogana. Lì l’immigrato Antonio non ha nulla da dichiarare. Solo “panni sporchi e cioccolata per i bambini”.

Nel 1962 nel cantiere di Brugg cedette un rinforzo. Crollarono tonnellate di terra. Dopo dodici ore di scavi, i soccorritori trovarono due persone, una vittima e un sopravvissuto. Antonio fece da scudo. Probabilmente salvò la vita ad Angelo Lezoli. Come lui emigrato dall’Italia.

Angelo tornò a casa. Antonio no.

Antonio Pantalone era mio nonno e aveva 39 anni.

Io non l’ho mai conosciuto eppure la sua storia fa parte della mia. Partendo da un’immagine mancante sono arrivata altrove: dal momento dell’incidente le strade della mia famiglia e quella dei Lezoli si sono divise, solo dopo una lunga ricerca, io le ho intrecciate di nuovo in questo progetto.

È sempre stato desiderio di mia madre incontrare la persona che per ultima aveva visto vivo suo padre e che per ultima sicuramente aveva sentito la sua voce. Dopo oltre cinquanta anni di infruttuose ricerche io sono riuscita a trovarla.

Ho sfogliato e risfogliato i quotidiani e i settimanali dell’epoca che parlavano dell’incidente e che mia madre custodiva gelosamente per cercare qualche indizio: lì erano riportati solo la provincia di provenienza, Parma, e il nome di Angelo Lezoli ma, come quello di mio nonno, era stato trascritto male. Dopo numerosi tentativi, tutti vani, sono riuscita a risalire al suo vero nome.

Grazie a un database digitale di lapidi, ho riconosciuto il suo volto, che avevo imparato nel tempo a delineare attraverso le fotografie di quei giornali, e anche se ormai era un viso diverso, invecchiato, non ho avuto alcun dubbio, e così mi sono messa in contatto con uno dei figli.

Per questo lavoro ho scelto di utilizzare solo le immagini che ho trovato negli archivi delle nostre due famiglie. Attraverso i racconti di mia madre sono riuscita a costruire un immaginario: ho collezionato frammenti, spazi interstiziali e dettagli impalpabili per raccontare un’assenza che si manifesta sempre, per riflettere su quanto rimane a chi aspetta al di qua del confine.

Benedetta Sanrocco (1991) è una artista visiva italiana. Ha studiato Lettere Moderne all’Università D’Annunzio di Chieti e ha conseguito il ‘‘Master in Progetto

Fotografico’’, diretto dal docente Michele Palazzi presso la scuola di fotografia Meshroom di Pescara. Durante la sua formazione ha seguito corsi con artisti del panorama internazionale quali Erik Kessels e Israel Ariño, nel 2022 ha terminato il corso sull’immagine contemporanea presso la scuola di alta specializzazione Linea di Lecce dove tra i vari workshop ha seguito quelli diretti da Mario Cresci, Federico Clavarino e Niccolò Fano. Nel 2019 è tra gli artisti selezionati per ‘’Cortona on the Move’’ e riceve la menzione d’Onore al concorso Camera Work PR2 sotto la direzione Artistica di Denis Curti; nel 2020 è una dei finalisti del ‘’Premio Riccardo Prina’’; nel 2021 l’artista è stata selezionata per il take over ‘’Altrove’’ del Progetto Vicinanze curato da Chiara Arturo e Cristina Cusani, e il collettivo Stasis ha inaugurato la sua nuova sede a Torino con una mostra sul suo lavoro ‘’Mnemosine’’ e ne ha prodotto la fanzine. Nel 2022 è stata selezionata per il programma di ricerca ‘’Esaurire/Altrimenti’’ del collettivo curatoriale CampoBase che si è concluso con una restituzione al pubblico nella Fondazione d’arte ‘’smART’’ di Roma.

Benedetta vive la fotografia come ricerca; in particolar modo è interessata all’analisi dell’identità intesa come concetto complesso e polimorfo. Negli ultimi anni ha lavorato a progetti riguardanti il rapporto tra identità e costruzione culturale, o identità e memoria, analizzate sempre da un punto di vista metaforico e simbolico.

ig: @benedettamente

ENG

Antonio Pantalone left Italy to find a job. His life was constantly hanged between two realities: the foreign workplace and his small homeland in Abruzzo. The border separates the two of them. Once here, the immigrant Antonio has nothing to declare other than “chocolate for the kids and dirty clothes”.

In 1962, while working within the construction site in Brugg, a support collapsed followed by tonnes of ground. After twelve hours of digging, a victim and a survivor were found. Antonio most probably saved Angelo Lezoli’s life, an Italian immigrant as he was, by using his body like a shield.

Angelo came back home, Antonio didn’t.

At the time, Antonio Pantalone was 39 years old, and he was my grandfather.

I never met him and yet his story is part of mine. Since the tragic happening, my family’s path never crossed the Lezoli’s one. It has always been my mother’s desire to meet the person who saw and certainly heard her father’s voice for last. So, after more than fifty years of fruitless research, I succeeded in intertwining the two of them once again. I began with the piles of magazines jealously guarded by my mother, by deeply going through all the articles covering the tragic news at the time. The information given were few and not precise: Parma was Angelo’s hometown and his surname was Lezoli, wrongly misspelled like my grandfather’s.

After numerous vain attempts, I was finally able to trace his name within a digital tombstone database. After many years constantly looking at his pictures on the newspaper, Angelo’s facial features were etched in my mind and I had no doubts when I finally found his portrait.

Getting in touch with his son was the second thing I did.

This project uses the photographs found within our two family’s archives and I created an imaginary through my mother's narratives. I collected fragments, interstitial spaces and impalpable details to narrate an absence that always manifests itself and to reflect on what remains to those who wait on this side of the border.


Benedetta Sanrocco (1991) is an Italian visual artist. She studied Modern Literature in Chieti (IT) at “Università D’Annunzio” and then obtained a Master degree in “Photography Projects” headed by lecturer Michele Palazzi at the Meshroom Photography School of Pescara.

Alongside her training, she followed courses led by international panorama artists including Erik Kessels and Israel Ariño. In 2022 she completed a course about contemporary image at “Linea di Lecce – Scuola di Alta Specializzazione” directed by Mario Cresci, Federico Clavarino and Niccolò Fano.

In 2019 Benedetta Sanrocco is one of the selected artists chosen for taking part to “Cortona on the Move” where she receives a honorable mention at the Camera Work PR2 contest under the artistic direction of Denis Curti. In 2020 she is one of the finalists of the “Riccardo Prina” prize and later in 2021 her work is selected for the “Atrove” takeover of Progetto Vicinanze curated by Chiara Arturo and Cristina Cusani. Later this year, the artistic collective “Stasis” inaugurates its new venue in Turin with an exhibition of her work ''Mnemosine'' by producing the fanzine as well. In 2022 she is called to take part to the research programme ‘’Esaurire/Altrimenti’’ by the curatorial collective CampoBase, which comes to an end with the final exhibition at the Art Foundation “smART” in Rome.

Benedetta experiences photography as research. In more detail, she is interested in the analysis of identity as a complex and polymorphous concept. In these past years, she has been working on projects related to the relationship between identity and cultural construction, or identity and memory, always analyzed from a metaphorical and symbolic point of view.