Se l'arte
Superare il medium. Sperimentarne un altro cambiandone indice e significato semiotico. Luigi Di Sarro, personalità vivace in continuo fermento fisico e intellettuale, riconfigura la tecnica facendone linguaggio, sempre. Non c'è conciliazione dei generi nella sua elettrizzante poetica, ma solo attraversamento, sovrapposizione, slittamento. Lo sguardo non s'arresta di mutare posizione e punto di vista. Ma centrale, fissa, è la simultaneità razionale, il sostegno teorico.
La verità delle sue immagini nascono da ciò che Luigi Di Sarro è esistenzialmente e sa del contesto e della profezia che sta annunciando. E la fotografia è mezzo di identificazione immediata, gestuale e corporea. Le sue sono immagini che formano momenti di una azione istantanea e istantanee di un corpo in movimento. Testimonianza del trascorre dell’immagine ed evidenza della sia transitorietà, aleatorietà. La storia è dentro l’immagine non va altrimenti spiegata o descritta ma raccolta nel “tra”, in quel “infra” che consente al vuoto di stagliarsi tra le figure sospese nel tempo. La fotografia mostra ciò che crediamo che sia e ciò è sufficiente per spingerci ad utilizzare le forme che questa individua nell’istante e trasferisce su un piano che non può essere solo bidimensionale. Nemmeno storicamente: perché è qui davanti a noi che gli esperimenti di Man Ray, Bragaglia, Tato. Muybridge e Moholoy, qui le luminografie, le cronofotografie accolgono quel che ci appare come un già detto e presunta novità in John Anthony Baldessari o Dan Flavin.
Simone Azzoni
Luigi Di Sarro (Lamezia Terme, 1941 – Roma 1979), medico e artista, accanito sperimentatore, nel corso degli anni Sessanta e Settanta ha praticato il disegno, la pittura, l’incisione, la scultura, la fotografia e la performance interessandosi in particolare a temi legati al corpo, al movimento, alla luce e alla capacità astrattiva del segno e delle figure geometriche. Morto a soli trentasette anni, ucciso per un fatale equivoco nel clima teso degli anni di piombo a Roma, il 24 febbraio 1979, ha lasciato una vasta produzione artistica (dipinti, disegni, fotografie, sculture, grafica, progetti, appunti, aforismi) che costituisce il nucleo dell’archivio storico che ha sede presso il Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea a lui dedicato dalla famiglia nel 1981. Opere di Luigi Di Sarro sono presenti in diverse collezioni pubbliche italiane e straniere.
La modernità intesa come interdisciplinarità. Chi era Luigi Di Sarro
Ho ventinove anni e vivo a Roma dove ho preso la laurea in Medicina e Chirurgia, successivamente mi sono iscritto all’Accademia di Belle Arti, al corso di pittura col Prof. Gentilini. Frequento l’ultimo anno e la mia tesi è una proposta all’insegnamento dell’Anatomia Artistica come analisi diretta e comparata della morfologia dell’Uomo e della Natura. Penso che l’arte moderna con il pensiero hanno spinto alle ultime conseguenze il rapporto spazio-tempo in ogni campo di indagine, definendo studi e tempi di “sviluppo” diversamente propri ad ognuno. Sono certo che oggi è la “coesistenza” il problema di fondo che va studiato in unità di tempo: dimensione ovviamente fideistica e quindi da cercare, al fine di identificare e di realizzare i nuovi modelli di struttura, simbolo e comunicazione della società contemporanea. Luigi Di Sarro (auto-presentazione per il Grand Concours International de Peinture, Lussemburgo 1971, in cui ottiene il 1° premio-acquisto)
Luigi Di Sarro è nato a Lamezia Terme, ma ha vissuto, studiato e lavorato a Roma. Nel ‘67 ha conseguito la laurea in Medicina, coltivando parallelamente numerosi interessi artistici, e nel ‘72 si è diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Per tutta la sua breve e intensa vita si è diviso tra la professione di medico e l’attività artistica, svolta anche attraverso l’insegnamento nei Licei artistici della capitale, all’Accademia di Macerata ed infine all’Accademia di Roma. Ricerca e sperimentazione hanno sempre connotato il suo interesse per la scienza e per l’arte, portandolo ad indagare anche nella didattica “anatomia artistica” tutti quei legami che uniscono la meravigliosa costruzione del corpo umano e della natura con quanto la fantasia può ricostruire attraverso l’arte. Fondamentale infatti nel suo percorso artistico la ricerca delle forme e del colore, che lo ha portato a utilizzare ogni mezzo espressivo possibile. Muore improvvisamente nel ‘79 a soli 37 anni, nel pieno della sua attività, per un tragico equivoco nel clima teso degli anni di piombo e della Legge Reale. Lui che osservava i colori della luce e dipingeva il respiro degli esseri nel mondo, fermato da uno sparo nel buio di una notte di febbraio.
Era ancora uno studente liceale quando nel 1959 scrive in un tema: Talvolta, per avere la visione di una pace universale, mi immagino una strada, una lunga e candida fascia che avvolga il mondo intero. Molto più tardi, su un taccuino annota: Vivrai,/ finché sarai capace/ di interrogare il mondo!
Luigi Di Sarro il mondo lo interrogava di continuo e, per l’innata curiosità di capire, lo ritraeva anche di continuo. Ci sono appunti dei suoi viaggi, ma anche delle sue giornate lavorative, o dei suoi pensieri personali, non solo sui taccuini, o sui foglietti che lasciava dappertutto, ma anche nelle sue opere grafiche e nelle sue fotografie, pezzi d’arte e testimonianze di ciò che continuamente attirava il suo sguardo e la sua mente. La sociologia e l’antropologia e lo sviluppo tecnologico delle comunicazioni e delle informazioni hanno maturato una coscienza collettiva tale che pone problemi qualitativi sulle modalità di una feconda coesistenza… (1972).
Guardava attorno a sé con l’idea scientifica che il tutto dovesse avere una spiegazione e che il caos anche esistenziale ed emotivo che pervadeva la società di quegli anni dovesse avere un suo filo logico attraverso il quale trovare un’uscita vivibile e creativa.
SE L’ARTE accompagna la mia vita/ SE LA MIA VITA serve l’arte/ IO posso anche morire (Febbraio 1978). Ha un che di drammatica premonizione questa frase appuntata in fretta ma, al di là di ciò che oggi possiamo interpretare, resta il fatto che quando la scriveva Luigi non pensava affatto di morire, né tantomeno che la sua strada lunga e candida fosse arrivata alla soglia del baratro. Ciò che Di Sarro in quegli anni gridava al mondo era la completa coscienza della totale necessità dell’arte, per indagare la vita, la scienza, la storia e i sentimenti. I suoi studi di medicina, l’approccio – tra i primi in Italia – all’agopuntura, in ospedale a Tokyo, le lezioni per una seconda laurea in Matematica, lo avevano convinto sempre di più che la salvezza del mondo “malato” che osservava passasse per l’arte, e che l’arte con la sua ricerca dell’essenzialità del bello potesse ricondurre gli animi ad una più pacata e pacifica convivenza.
Ci saranno coloro che avranno perduto ogni gioia di amare e di odiare: gli indifferenti/ Ci saranno coloro che continueranno ad amare e odiare e mai conosceranno la Ragione/ Ci saranno coloro che sapranno soltanto amare e non sopporteranno mai la Violenza/ Ci saranno coloro che vorranno soltanto odiare e non conosceranno mai Perdono/ Ci saranno coloro che cominceranno ad ascoltare l’acqua e l’aria la terra e il fuoco/ conosceranno il BENE (1975).
A tutti coloro che/ nei tempi dei tempi/ mai hanno osato parlare/ che mai hanno espresso pensiero alcuno/ A tutti coloro cha mai hanno/ turbato il silenzio/ che hanno saputo essere forti/ che mai hanno confessato/ A tutti coloro che/ attraverso la vita passano/ senza dire/ Oggi che non sappiamo aspettare/ il domani/ Volgo parole, volgo parole/ Parole volgo, parole volgo/ Volgo sa! (Macerata, 1977).
E di questa sua aspirazione a contribuire alla costruzione di un mondo di pace si trova riscontro anche in alcune sue opere grafiche intitolate: La pace nel mondo, 1965; Bandiera della pace; Io sono figlio del mondo; Importante/ stato di allarme/ i bambini dei poveri vengono uccisi; Il mio amico negro; Politica di pace, N.Y. 1971, litografia che dà il titolo alla pubblicazione che raccoglie alcune opere di Di Sarro sul tema.
Note biografiche
Luigi Di Sarro nasce a Lamezia Terme il 1° novembre 1941. Nel ‘42 la famiglia si trasferisce definitivamente a Roma dove Luigi è vissuto ed ha lavorato.
Giovanissimo manifesta una spiccata inclinazione artistica e dal 1956, ancora liceale, frequenta lo studio di incisione di Carlo Alberto Petrucci e la Calcografia Nazionale. Nel 1958 frequenta l’Accademia Libera del Nudo e nel 1959 il Corso di Disegno presso l’Accademia di Francia. Dopo gli studi classici coltiva parallelamente gli interessi artistici e quelli scientifici. Si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1967 all’Università di Roma.
Nel 1968 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove segue i corsi di Emilio Greco (scultura), Franco Gentilini (pittura), Lino Bianchi Barriviera e Mino Maccari (incisione), di Antonio Del Guercio e di Enrico Crispolti (storia dell’arte), diplomandosi nel 1972.
Nel 1973 si iscrive al III anno della Facoltà di Matematica e Fisica all’Università di Roma, frequentando tra i vari corsi quello di Algebra astratta tenuto da Lucio Lombardo Radice.
Consegue l’Abilitazione all’insegnamento di Anatomia Artistica e di Discipline Pittoriche. Dopo aver insegnato al 2° Liceo Artistico di Roma, nel ‘74 ottiene la cattedra di Anatomia Artistica all’Accademia di Belle Arti di Macerata e nel ’78 all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Nel 1976, per il Corso di aggiornamento di disegno “Finalità progettuale dell’opera d’arte” (istituito dal Ministero Pubblica Istruzione), tiene un seminario sul tema “Rapporti fra arte e scienza e problemi didattici”.
E’ invitato a intervenire sulla “Fenomenologia dell’Arte e della Scienza” nella puntata “Cogliere la vita” della rubrica televisiva “Occhi mani e fantasia” (RAI 1976).
Nel 1976-77 partecipa al Gruppo-laboratorio della Calcografia Nazionale diretta in quegli anni da Carlo Bertelli.
Nel 1978 attrezza maggiormente lo studio d’arte nella sua casa al Lago di Vico (dove si propone di far sorgere una Scuola d’arte sperimentale) e apre lo spazio del suo studio d’arte di Roma in Via Paolo Emilio 28, che denomina, come recita la targa che ne evidenzia il programma, “MICRON/Studio d’Arte Sperimentale/Foto – Sign – Movement – Sound”.
Non poco hanno contribuito i viaggi alla sua formazione. La ottima conoscenza della lingua e della letteratura tedesca lo portano a scegliere la Germania come prima meta dei suoi viaggi (1960). Perfeziona l’inglese all’Accademia Americana di Roma e, dopo numerosi viaggi in Germania, Austria, Francia, Inghilterra, Tunisia e Egitto, nel 1971 si reca negli Stati Uniti e a New York frequenta l’Art Students League di Manhattan, perfezionandosi nella tecnica litografica.
Nel 1975 è in Giappone per un soggiorno di studio a Tokyo, dove realizza dagli appunti di viaggio alcune serigrafie con la collaborazione tecnica di Shigheo Yamaguchi e, sul versante medico, approfondisce l’agopuntura.
Fin dal 1956 espone in significative manifestazioni artistiche nazionali e internazionali. Tiene la sua prima mostra personale nel 1968 a Roma.
La sua ricerca informata e solitaria si svolge lungo gli anni Sessanta e Settanta. Accanito sperimentatore, al disegno, che pratica quotidianamente, alla pittura, all’incisione, alla scultura e alla fotografia aggiunge l’esplorazione del mondo dei suoni, della performance e altro ancora.
Muore improvvisamente a Roma il 24 febbraio 1979 – ucciso per un fatale equivoco nel clima teso degli anni di piombo e dell’entrata in vigore della Legge Reale – lasciando una vasta produzione artistica, alcune opere già in collezioni museali in Italia e all’estero, e progetti, appunti, aforismi, poesie. Dal 1981 è attivo a Roma il “Centro di documentazione della ricerca artistica contemporanea Luigi Di Sarro”.